sabato 10 marzo 2012

Racconto - La sua prima volta..

Scrivo questo primo racconto, frutto di storia vera. E quando ci penso, non nascondo di provare quasi tenerezza :-) 
L'avevo già postato da altre parti per cui non vedo perche non farlo anche qui. Spero possa piacervi..

Avevo 25 anni e mi ero trasferito da poco a Torino. Soprattutto i primi mesi, quando non sapevo con chi uscire, visto che il giro di amicizie ancora doveva formarsi, mi dilettavo ad entrare in chat e chiacchierare del più o del meno con chi capitava, nelle stanze dai nomi più improbabili. In questo periodo ricordo solo di aver conosciuto virtualmente tantissima gente simpatica e divertente con alcuni dei quali ancora son in contatto su msn, mentre con altri ho avuto la fortuna ed il piacere di incontrarli anche di persona riuscendo cosi a dare un volto, una voce ed un’anima ad un freddo nick.
E cosi andò con Francesca. Lei era una ragazza ventenne di Milano, divertentissima, simpatica, solare ed intelligente con la quale avevo iniziato una sera una piacevolissima chiacchierata su un argomento davvero impegnato, filosofico ed intellettuale: “ l’uomo tigre”! Riuscimmo a parlare per un’ora del nulla, ma sganasciandoci di risate con un continuo palleggio di battute al vetriolo. Da quella sera lo scambio del contatto msn sembrò quasi una cosa normale e dovuta e la chiacchierata serale divenne cosi quotidiana. Naturalmente cominciammo a conoscerci da ogni punto di vista, ci raccontavamo paure, desideri e facevamo voli pindarici di ogni tipo alternando discorsi più seri con altri più faceti. Si spaziava dalla politica, allo studio, dallo sport al cinema ecc.. SI creò quello che la maggior parte delle persone chiama feeling. Ma tutto si limitava al virtuale. Andò avanti cosi per un paio di mesi sino a che un giorno ci scambiammo il numero di telefono. E ricordo ancora le risate alla prima telefonata quando per la prima volta davamo una voce alle frasi scritte. E l’imbarazzo iniziale che via via scemava man mano che gli scatti della Vodafone aumentavano.
Lei era molto carina. Una moretta con occhioni neri, capelli lisci e carnagione scura tipica di una ragazza mediterranea. Le curve al punto giusto e soprattutto un’altezza tale da imporgli l’uso quasi sistematico dei tacchi.. Argomento che una sera presi al balzo per esternarle la mia passione fetish. Ero indeciso se dirglielo o meno, anche perche ammetto di aver avuto paura di una sua eventuale reazione. Ma mi feci coraggio e mi dichiarai..
La sua reazione fu di piacevole sorpresa e mi disse testualmente : ”Ma che figata!!” Accompagnato naturalmente da una mia risata convulsa. E visto il suo interesse e la sua curiosità, io divenni un fiume in piena e le parlai del mio amore per i tacchi, per gli stivali, della mia passione per i piedi femminili e di tutto quanto poteva riguardare questo splendido mondo (almeno per me), dall’adorazione al trampling. Centellinai ogni singola parola cercando di farle capire che per me era solo un piacere essere ai piedi di una ragazza e che era un piacere magari riuscire a trasformare un semplice massaggio in un sorriso di rilassamento.
Dopo quella sera continuarono incessanti le chiacchierate, tornando a parlare di tutto finche un giorno mentre ero in ufficio, mi arrivò un sms al telefono:
“riesci a sopportare il peso di 48kili?”
Li per li non capìì, preso dal lavoro e da una telefonata in inglese e velocemente le scrissi:
“cosa?in che senso?”
Lei ribadì: “ riesci a sopportare il peso di 48kili.. con i tacchi?”
Mi illuminai e le risposi “ ma certo, credi che sia un pappamolle? :-)”
La risposta mi colpì positivamente:”allora ok. tieniti libero questo weekend che vengo da te a Torino..”

Arrivò il weekend e finalmente per la prima volta ci vedemmo dal vivo. Lei era davvero una bella ragazza, una peperina, non stava mai ferma e sembrava un fiume in piena. La portai in giro a visitare la città tutto il sabato, voleva entrare in tutti i musei, da quello Egizio a quello del Cinema, mi fece camminare per ore sotto il sole primaverile, ma era solamente un piacere. Naturalmente la sera la portai in giro per locali e tornammo a casa davvero stanchi e distrutti. Prima di buttarsi sul letto ci sedemmo sul divano (lei si sdraiò veramente) per le ultime chiacchiere della sera, o meglio le prime della mattina, e mentre mi faceva un resoconto del suo primo giorno a torino, dolcemente le presi un piede, glielo accarezzai e glielo baciai. Fu una cosa molto naturale e le piacque tantissimo al punto che mi ringraziò..
“e di che.. devo ringraziarti se mi dai la possibilità di farlo..”
Lei arrossì e continuai cosi per almeno un’altra mezzora buona mentre lei mi parlava come se niente fosse, entusiasta della giornata.
IL giorno dopo ci svegliammo tardissimo, quasi all’ora di pranzo. Ma di fame ne avevamo davvero poca e visto che il tempo insieme volgeva al termine decidemmo di saltare il pasto. E qui lei toccò il mio punto debole:
“credevi mi fossi dimenticata?”
“di cosa?”
“vai in valigia, troverai un pacchettino per te, aprilo..”
Non capivo, sembravo caduto dal pero. Quale pacchettino? Boh.. Ne trovai uno con su scritto “x Turin” (vabbe non era questo il mio nick ) Lo scartai e dentro c’era un paio di decolletè nere bellissime ed un bigliettino..”SE ME LE PORTI TI CALPESTO :-)” La guardai negli occhi e mi sorrise arrossendo. Gliele infilai delicatamente ai piedi che baciai dolcemente e mi posizionai sotto i suoi piedi. Non l’aveva mai fatto e si sentiva a pelle che era un po’ tesa anche se incuriosita.
Senza dir nulla pose un piede sul petto e come se fossi un gradino salì sopra. Scoppiò a ridere e mentre con una mano si teneva al muro, con l’altra cercava di mantenere l’equilibrio. Era uno spettacolo vedere il suo volto alternare momenti di sorriso a momenti di attenzione. I suoi occhi guardavano sempre dove mettere i piedi e mi chiedeva in continuazione se mi procurava dolore o meno. Più il tempo passava più prendeva cognizione che era una cosa davvero semplice e notavo che iniziava a prenderci quasi gusto. Si stava divertendo e l’espressione “è davvero una figata!” fu per me quasi un complimento. Ma non dimenticherò mai il momento in cui si fermò, unì le sue splendide gambe, con i tacchi sul mio petto, mi guardò negli occhi dall’alto verso il basso e mi disse :”Grazie per questo splendido weekend” e quando stavo per replicare qualcosa, lei molto velocemente avvicino la punta della decolletè alle mie labbra… “schhh non dire nulla”

Era la sua prima volta fetish.. sono fiero che sia stata con me :B):

5 commenti:

  1. Trovo questo racconto veramente splendido! Complimenti! Scritto benissimo oltretutto, lo trovo anche molto divertente nella prima parte. Spero per te che tu abbia avuto altre esperienze di trampling con questa ragazza.

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    1. Grazie mille Anonimo :) mi piace quando qualcuno leggendo i miei racconti di vita reale, si emoziona e si diverta.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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